domenica 28 settembre 2008

Adesso lo chiamano marketing,
purtroppo i miei sette anni
buttati qua e la, non parlano inglese
anzi starebbero proprio zitti.

Devo essere più attivo,
fiutare l’eccitazione
seguire ogni parto intestinale
allinearlo al logo,
provate a cambiarmi le batterie.
D’improvviso s’è spenta la luce,
mi erano rimaste due pagine,
vabbè tanto il cattivo
puntualmente aveva perso.
Accidenti però a quel pacchetto di bionde,
neanche scartato,
ai gatti che dovevano mangiare.
D’improvviso nel buio,
ti sei innamorata di me
e mi hai fermato il cuore.

giovedì 18 settembre 2008

I tuoni sbattono sui vetri,
mentre m’incasino nel trattenere troppo
l’umida scia d’una quiete d’inesistenza
dall’umore di traverso del cielo
ed ancor più dagli oscuranti bagliori,
dei manicomi ad ore in città.
Carla dice addio
ma non vuol far sapere che lei ha già deciso;
c’è un nuovo dottore venuto da chi sa dove
c’è un prete, ed agita il suo manuale;
bisogna portare rispetto
hanno scritto molti libri,
peccato, oggi tutta questa gente
vorrebbe proprio mandarla a cagare.
Un’ improvvisa importanza,
che neppure da bambini
sapevamo dove fosse,
arrivati infondo all’arcobaleno.

Carla dice addio, sottovoce
lo sa bene, è stata nel posto sbagliato
per trovare un suono ad una vita
che non si è lasciata toccare.

martedì 9 settembre 2008

L’estate è finita,
sono tornate le sette di mattina
e tu da qualche altra parte,
neppure hai capito come mi chiamo,
ora cosa importa ormai
l’estate è finita,
quella sera ero giovane e sobrio
un po’ palloso probabilmente,
capitasti all’improvviso
la parola amore sbaffata sulle labbra,
ed io ti lasciai struccare
con la carta ruvida dei miei peccati.

Zucchero sporco

Non c’è viso guardato
tanto a lungo quanto questo monitor,
né bosco dove mi sia sentito perso
come qui,
io me ne andrei,
a scoprire se il fiume muore
ancora nel mare,
seduto poi tra le linee della tua mano
osservati afferrare la solita consuetudine
e farne di nuovo, un’emozione.